QUANTO CONTA LA PRIMA IMPRESSIONE? DA COSA DIPENDE?
QUANTO CONTA LA PRIMA IMPRESSIONE? DA COSA DIPENDE?
DATA DI PUBBLICAZIONE: 25-10-2019RUOLO: Chief Marketing Communication
La tua immagine vale più di mille parole!
- Case History
Attualità - Topic
Comunicazione e immagine - Author
Christian Baratti
Obiettivo:
Vendere se stessi è come tagliarsi i capelli... se non li tagli regolarmente, se ti lasci andare e non li curi, col tempo diventi sciatto e impresentabile!
Onestamente ragazzi, è praticamente impossibile non farsi condizionare (positivamente e/o negativamente) dal nostro abbigliamento! La regola è e sempre sarà la stessa: vestirsi bene, essere cordiali e presentarsi al meglio per evitare etichettati!
Basta davvero poco tempo per creare un pregiudizio e la cosa incredibile è che 2 volte su 3 sbagliamo! Lo Sapevate?
Indice:
- Come si forma la prima impressione
- La prima impressione può essere influenzata da fattori esterni
- Come rimediare a una brutta "prima impressione"
Basta soltanto un decimo di secondo, poco più di un battito di ciglia (Thin-slicing), per dare la prima impressione e ben sette secondi per creare una idea difficilmente abbattibile della persona che abbiamo di fronte.
Ragazzi, l’abito non farà il monaco, ma onestamente agli occhi di chi ci osserva l’abbigliamento conta, e non poco direi...
Provate a pensare a una bella donna... Sicuramente la vostra attenzione cambia in base a come si trucca e come si veste, e non solo. Giusto?
Non c’è nulla da dire, curare la propria persona e il proprio abbigliamento è davvero fondamentale ai giorni nostri, soprattutto per un professionista.
Ma come si forma la nostra prima impressione? La colpa di questo giudizio universale... di chi è?
È tutta colpa del nostro cervello, l'esito del funzionamento celebrale ormai è bombardato dai media ed è convinto di avere ragione sul giudicare ogni persona dalla prima impressione!
Tecnicamente possiamo descrivere questo fantastico processo nel seguente andamento neurale: l'effetto primacy (neuroni occipitali = influenzano la percezione e la valutazione dell’altro) e le teorie implicite della personalità (area prefrontale) creano una prima impressione che si conferma e si inietta nel nostro cervello (come un parassita) fino a convincerci di avere di fronte una determinata persona anche se in verità non sappiamo nulla di essa!
P-A-Z-Z-E-S-C-O!
Purtroppo, nella vita di tutti i giorni il rischio di dare una brutta impressione è sempre dietro l'angolo.
Facciamo un ESEMPIO su uno studio condotto in AMERICA: (Fonte Focus) Parliamo di un esperimento effettuato negli anni ’50.
Una ricerca mirata sul comportamento dei pregiudizi umani, dove si analizzava il comportamento delle persone che attraversavano la strada sulle strisce pedonali con semaforo rosso!
Il risultato è stato sorprendente: gli individui ben vestiti erano maggiormente imitati nel comportamento trasgressivo rispetto a coloro che vestivano più modestamente.
Quindi, il modo di vestire elegante del pedone procurava nel guidatore non un’esclamazione di stizza, ma una raccomandazione nel fare più attenzione. Dall'altro canto, la persona vestita casual, con t-shirt e jeans, otteneva un'offesa e/o uno scontro con l’individuo che guidava l'automobile! Tutto questo solo a causa di una prima impressione!
Pertanto, la domanda è spontanea: quali sono gli effetti collaterali di una brutta impressione? Perché il nostro giudizio ci trae in inganno? E quali conseguenze può portare nell'ambito professionale?
Naturalmente le conseguenze penso siano abbastanza ovvie: "possiamo inciampare in mancate possibilità di lavoro, mancate collaborazioni, mancata fiducia da parte di collaboratori e/o - a mio avviso la peggiore - nella mancanza di rispetto verso la propria persona e quindi giungere allo screditamento professionale (o meglio identificato oggi come Web Reputation).
Tutto questo solo per una prima brutta impressione! Vi sembra possibile? Davvero riusciamo a giudicare una persona in 7 secondi o c'è altro?
Facciamo un passo indietro e ragioniamo a mente libera: cosa comporta il giudizio di una persona? Cosa la etichetta?
Esistono motivi esterni che fanno etichettare la persona al primo incontro?
Forse Sì, esiste una seconda causa ed è costituito dal nostro vissuto pregresso. Cerco di spiegarmi meglio!
Prendiamo l'esempio di una giornata tipo: è primavera, un bel sole scalda la nostra pelle e c’è il clima ideale per iniziare la giornata.
Ora, immaginiamo questa giornata con due varianti [ A ] Positiva e [ B ] Negativa:
- [ A ] - Mi sveglio, accendo la radio è trovo la mia canzone preferita, il bit-rate della canzone è ottimo e alza il mio buon umore alle stelle, faccio una buona colazione, mio figlio non ha la febbre e la mia compagna è felice.. Esco di casa, arrivo al lavoro e trovo il posto auto libero.. fantastico direi! Posso iniziare la mia giornata lavorativa con una carica incredibile!
- [ B ] - Mi sveglio, accendo la radio e trovo il brano che davvero non posso sentire *£$5%A**.. è finito il caffè, sono a pezzi e purtroppo arriverò in ritardo al lavoro perché devo aspettare la babysitter visto che mio figlio è ammalato. Arrivo tardi in ufficio e per di più quello s*****o del reparto marketing mi ha rubato il posto auto... infine ha iniziato a piovere!!! Ma la cosa peggiore è che sono stanco e che dovrò fare per tutta la mattina dei colloqui lavorativi... Sono nervoso, stanco e devo sfogarmi su qualcuno!
Bene, avete immaginato le due opzioni? Voi chi vorreste incontrare al colloquio? Il soggetto [ A ] o il soggetto [ B ]?
Sicuramente il soggetto [ A ] vero? Sarà più cordiale e porrà più attenzione alla vostra persona e alle vostre risposte!
Pertanto, non è solo una questione di vestiario o di aspetto fisico, ma è anche una questione di "c**o/fortuna" e di avere un incontro nel momento "ideale"!
Purtroppo, lo stato d'animo della persona che incontriamo è fondamentale. Infatti, se condizionata da una brutta giornata, la persona che troveremo di fronte, sarà sicuramente meno ben disposta e meno aperta a darci una possibilità!
Come esseri umani siamo sempre condizionati da elaborazioni e schemi mentali, ricordi (sì, perché noi possiamo ricordare al nostro interlocutore una persona positiva e/o negativa di sua conoscenza), stati del nostro animo ed emozioni che creano ed "etichettano" le persone nell'immediato e nel tempo, che ci possono cucire addosso un'opinione sbagliata!
Pertanto, se non riusciamo a incuriosire o attrarre il nostro interlocutore, se non risultiamo simpatici o estroversi nei primi secondi di presentazione, se non catturiamo da subito la sua attenzione con arguzia, allora difficilmente avremo la possibilità di dimostrate chi e cosa possiamo offrire!
A meno che… non ci si presenti impeccabili e vestiti di tutto punto perché la prima impressione è quella che conta!
Ma quindi, nel caso tutto fosse andato storto, come rimediare?
Esiste una risposta alla domanda “come superare una brutta prima impressione? Come superare l'effetto "slicing"?”
Come detto precedentemente, l'inizio non è mai facile, soprattutto se è la prima volta, che si tratti di un colloquio o della presentazione di un progetto importante: è sempre una nuova sfida!
La propria etnia, identità sociale, il colore dei nostri occhi, della pelle, la nostra postura, il labbiale e il nostro corpo trasmettono messaggi in continuazione e bisogna saperli controllare. Insomma, bisogna lavorarci su per essere e diventare credibili in pochi secondi!
Però, abbiamo sempre un asso nella nostra manica. E questo asso deriva dallo studio di chi troviamo di fronte. Solo in questo modo, possiamo trovarci in una situazione di vantaggio in un primo incontro.
Ma come fare a superare un inizio ingannevole?
Tutto si basa sul controllo delle proprie emozioni e del proprio corpo. Le regole sono semplici, e sono valide per ogni occasione.
La verità è che la vostra personalità viene fuori col tempo, pertanto bisogna trovare gli argomenti emotivi per prolungare la discussione!
Se possibile, prima dell'incontro, è importante studiare la persona che ci troviamo difronte, chi è, i suoi hobby, le sue passioni, ecc. E per farlo basta navigare sui social network e vedere cosa fa nella sua vita.
Magari è appassionato di fotografia... magari ama la musica classica... in questo modo, conoscendo alcune sue caratteristiche emotive, potremo usarle come asso nella manica per creare empatia nell'incontro!
Durante l'incontro mai porsi in maniera troppo sicura e dominante: negherebbe fiducia e la possibilità di futuri incontri. ( Personalmente, mi chiuderei di fronte a una persona troppo sicura di sé e la etichetterei con un giudizio ingannevole! ).
Ricordate che la nostra mente associa inconsciamente il comportamento a vissuti pregressi della nostra vita. Quindi, un atteggiamento dominante, potrebbe risvegliare ricordi negativi del passato e indirizzare il nostro interlocutore verso una posizione di chiusura.
E' importante presentarsi con una buona stretta di mano accompagnata da uno sguardo diretto negli occhi e un sorriso spontaneo, lasciando sempre un adeguato spazio tra le due persone.
Ricordatevi, lo spazio è importante: mai troppo vicini. Non entrate nell'area di protezione della persona! La privacy e il rispetto prima di tutto!
Lasciate che parli il vostro interlocutore per primo, potrebbe darvi le indicazioni di chi è, di cosa vuole e di cosa cerca! Oppure, potrebbe aprirsi! Magari vi può portare a provare un coinvolgimento personale verso i suoi interessi!
Siate intuitivi, siate positivi e costruittivi. Utilizzate sempre parole cariche di "valore" rendendo positivo un argomento che potrebbe risultare negativo nella conversazione.
Utilizzate un vestiario adeguato all'incontro: non è necessario essere sempre in giacca e cravatta, non siamo negli anni 50!
Studiate con attenzione il vostro pubblico e mimetizzatevi tra di esso!
In questo modo, con questi semplici trucchi, i pregiudizi possono essere abbattuti. La prima impressione può, pertanto, cambiare e, spesso, si può riuscire a creare un rapporto più forte e di "fiducia".
Cercate di entrare in empatia con interessi comuni. Utilizzate domande generiche per trovare la giusta strada che vi porta a creare la corretta affinità.
Infine, ricordatevi, siamo unici tra miliardi. La possibilità che nasca un individuo identico a voi, ora o in futuro, è praticamente nulla. Quindi sfruttate la vostra unicità!
Noi non siamo utenti di prima o seconda fascia, siamo individui con un potenziale unico.
Dobbiamo solo far capire agli altri quanto vale la nostra figura e quale valore portiamo dentro ognuno di noi. Se crediamo nei nostri valori, allora anche gli altri crederanno in noi!
Mettetevi sempre in gioco e sfidate la vostra vita.
Le sconfitte che avete vissuto in passato saranno il trampolino per le vostre future vittorie. Siate orgogliosi del vostro modo di essere e di pensare, di come vi vestite e del contesto sociale che rappresentate, ma sappiate allo stesso tempo comprendere che la società impone delle regole.
Siate camaleontici, detective e maestri del travestimento. L’idea che ci facciamo di un individuo alla prima impressione è così potente che ci induce a ignorare ciò che ci verrà detto di questa persona anche poco dopo.
Oscar Wilde disse: "Non c'è mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione la prima volta".
Ma forse, a pensarci bene, se diano una prima brutta impressione, è spesso colpa del non credere abbastanza in noi stessi.
Imprenditore digitale, consulente e formatore specializzato in strategie di marketing per Brand Internazionali e PMI. Specialista certificato per campagne Google AdW: Display, Shopping, Search & SemRush SEO Tool Kit. L'esperienza maturata nella gestione di campagne con budget a cliente del valore di oltre mezzo milione e le competenze acquisite nel corso degli anni, hanno reso la mia figura il partner ideale nelle azioni di business & marketing sia su territorio nazionale che internazionale. Digital Marketer per vocazione: mi piace aiutare le aziende a migliorare le performance delle loro campagne online, tecnicamente e strategicamente. Da qui, l'acquisizione di competenze aggiuntive a completamento della mia formazione.